Iavè-Irè - 22/05/2016

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Abraamo chiamò quel luogo «Iavè-Irè».

Per questo si dice oggi:

«Al monte del SIGNORE sarà provveduto».            

(Genesi 22.14)

 

Iavè-irè il Dio che vede e provvede.

Egli dona alla vita, la sensibilità e l'esperienza

umana alla prova imposta ad Abraamo:...(v.14).

Dio si rivela. Parla al cuore.

Il Dio Sovrano, entra nell'intimo, avanza nel subcosciente,

scuotendo con il suo Spirito il fragile spirito di quell'uomo mortale.

Elohim-Adonai pone una dichiarazione sulle sue labbra

 – come quando Pietro confessò:

 “Simon Pietro rispose:

 Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”

 (Matteo 16.16).

Abraamo scoprì, silenzioso,

che Adonai-Elohim comprende le nostre necessità,

compie la sua volontà e benedice con le sue provvigioni.

A tutto ciò che vede provvede.

Ci ha donato la Terra, la vita e l'immenso privilegio

di avere comunione con Lui.

 La grandezza di questo significato aumenta

 in noi nella misura di questa santa comunione.

 Il popolo afflitto sospirò a causa della servitù;

 il Signore udì il suo gemito e rispose al suo grido

(Esodo 2.23,24).

Egli ci conosce.

Abraamo camminava silenzioso con il cuore afflitto,

l'anima addolorata, ma fiduciosa nel suo Dio.

Abraamo credette e obbedì fino ad ascoltare

 il sibilare della lama nell'aria...

sotto lo sguardo stupefatto di Isacco sull'altare!

“Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male!”

(22.12).

Isacco era il suo miracolo. La Promessa viva.

Il futuro della Rivelazione, la nascita di una grande nazione,

altre nazioni che sarebbero nate,

popoli e popoli da raggiungere...

finalmente, il Messia.

-        E la promessa ad Abraamo, sarebbe venuta meno sull'altare?

-        Il Signore non avrebbe mai fallito.

Quando Abraamo levò gli occhi vide lì, dietro,

un montone impigliato con le corna tra i cespugli.

Lo prese e offrì un'offerta al Signore,

 al posto di suo figlio Isacco (v.13).

Il Padre della Fede scoprì ciò che tanto batteva dentro lui;

 nel suo grido contenuto,

 nel grido soffocato della coscienza e nella lotta giusta e fiduciosa della sua anima:

 c'è totale Speranza, Provvigione e Liberazione

 nell'Obbedienza incondizionata!

Egli è pieno d'orgoglio, non agisce rettamente;
 

ma il giusto per la sua fede vivrà.

(Abacuc 2.4).

Così, esplose ai suoi occhi la visione dell'agnello,

 la conferma profetica di un Nuovo e Meraviglioso

 nome di Dio, che lui ancora non conosceva:

-Iavè-Irè! –

 Il Signore vede e il Signore Provvede;

si dice di questo giorno fino al giorno d'oggi:

“Al monte dell'Eterno sarà provveduto!” (Genesi 22.14).

Che Dio ti benedica.

Pr. Reuel Pereira Feitosa

trad. Valeria Culotta