...Perché il SIGNORE era con lui, e il SIGNORE faceva prosperare tutto quello che egli intraprendeva... (Genesi 39.23)
Il contrasto è impressionante in questa storia. Lui era stato gettato nelle prigioni sotto pesanti accuse di immoralità, mancanza di rispetto e slealtà contro il suo Signore egizio.
Dal comfort del palazzo reale discese fino alla più vile delle prigioni.
Il Signore però era con Giuseppe (V.21). La frase ci sembra scioccante davanti alle circostanze. Perchè benedirlo e proteggerlo tanto in una situazione così grave?
Quando Dio ha un piano per qualcuno Egli lo prova fino alla fine. Dio non usa e nè benedice neofiti. Egli usa soltanto coloro nei quali Lui può confidare (Salmo 89.19,20).
E il testo continua dicendo: “ ... E il SIGNORE fu con Giuseppe, gli mostrò il suo favore e gli fece trovare grazia agli occhi del governatore della prigione.” (v.21).
Il caos che si abbattè sull’Egitto cadde anche su Giuseppe. L’ ora buia prometteva molti dolori e nessuna aspettativa di miglioramento.
Non c’era e non sorgeva nessuna soluzione facile.
Ma c’erano grandi sfide.
Giuseppe non si ribellò, non si disperò e non perse mai la sua fermezza. Egli era avvolto dalla dignità che possiedono gli uomini di Dio. Consapevole del proposito del Signore per la sua vita proseguì incontaminato e silenzioso- “Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la bocca.
Come l'agnello condotto al mattatoio,
come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca.” (Isaia 53.7).
Nella prigione egli acquisisce più forza. Nella crisi cresce. Nella disperazione promuove la speranza.
Giuseppe sapeva che “Poiché l'ira sua è solo per un momento,
ma la sua benevolenza è per tutta una vita.
La sera ci accompagna il pianto;
ma la mattina viene la gioia.” (Salmo 30.5).
Trovò grazia agli occhi del governatore della prigione, guadagnò la sua totale fiducia, l’amicizia dei carcerati, trasformò l’ambiente buio in benedizioni di Dio e di liberazione...
Intorno a lui tutto prosperava per il Potere della Parola e della Rivelazione.
Lì fuori tutto cadeva a pezzi. Nessuno aveva il controllo di nulla – nè il Faraone, i governatori, i carcerati e il popolo. Tutto era fuori controllo.
Ma nel silenzio della prigione c’era un uomo, dal quale nulla sfuggiva fuori dal suo controllo.
Giuseppe vedeva più in là. I prigionieri vedevano la libertà, il pane non mancava, la gioia e molta speranza. La prigione si trasformava in un Altare, il deserto in un campo fertile e l’Egitto in una terra di abbondanza. Perchè il Signore era con lui e tutto ciò che faceva, il Signore lo faceva prosperare (Genesi 39.23).
Che Dio ti benedica!
Pr. Reuel Pereira Feitosa
Trad. Valeria Culotta