Restaurazione - 23/03/2014

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Il vaso che faceva si guastò, come succede all'argilla in mano del vasaio; da capo ne fece un  altro come a lui parve bene di farlo “SIGNORE, da' vita all'opera tua…”(Ger. 18.4 e Ab 3.2)

Restaurare è risvegliare. Quel vaso stressato, sotto pressione, certamente aveva bisogno di un rinnovamento. E questa opera poteva solamente essere fatta da uno specialista.

Così, con la Sua stessa mano, Dio lo ruppe. Distrusse quella struttura, riducendola polvere.

In quei cocci scompare ogni sicurezza, orgoglio e autosufficienza.

Dio ci rompe per mostrarci che Egli è il nostro Signore.

Il nostro legame a tante cose che abbiamo fatto, l’amore che trasferiamo da Dio ad altre persone, obiettivi, progetti e anche sogni vengono distrutti.

Abbiamo perso un buon impiego, salario, posizione. Fuggono tra le nostre dita. E restiamo delusi.

Dio permette che tante cose avvengano, Egli stesso ha fatto questo,è stata l’unica maniera di ritornare un’altra volta e, rotti torniamo a Dio.

Dio vuole lavorare nelle nostre vite particolarmente. Egli desidera trattare con noi esclusivamente e per questo agisce in modo così diretto.

Calma il tuo cuore e ascolta la voce dello Spirito Santo. Dimentica il passato. Abbandona i ricordi e i dolori.  Liberati da tutti i tuoi legami. Resta solo con Dio. La tua vita è Sua. E solamente Lui sa come agire con te.

Dio vuole esclusività. Quell’ antico vaso era così compromesso con tante cose che non poteva essere usato…

Dio ti sta restaurando, sta formando un nuovo uomo, una nuova donna. Un nuovo, vero e fermo cristiano, ripieno di Spirito Santo.

Che Dio ti benedica.

 

Pr. Reuel Pereira Feitosa

Trad. Valeria Culotta

 

 

 

                                                           “UN ALTRO VASO”

Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE:
 «Àlzati, scendi in casa del vasaio,
e là ti farò udire le mie parole».
 Allora io scesi in casa del vasaio,
ed ecco egli stava lavorando alla ruota;
 il vaso che faceva si guastò,
come succede all'argilla in mano del vasaio; da capo ne fece un altro
come a lui parve bene di farlo.
La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini:
 «Casa d'Israele, non posso io fare di voi quello che fa questo vasaio?»,
dice il SIGNORE.
«Ecco, quel che l'argilla è in mano al vasaio,
voi lo siete in mano mia, casa d'Israele!
 A un dato momento io parlo riguardo a una nazione, riguardo a un regno,
di sradicare, di abbattere, di distruggere;
 ma, se quella nazione contro la quale ho parlato, si converte dalla sua malvagità,
io mi pento del male che avevo pensato di farle.

 In un altro momento io parlo riguardo a una nazione, a un regno,
di costruire e di piantare;
 ma, se quella nazione fa ciò che è male ai miei occhi
senza dare ascolto alla mia voce,
io mi pento del bene di cui avevo parlato di colmarla.

«Ora parla agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme, e di':
"Così parla il SIGNORE:
Ecco, io preparo contro di voi del male,
e formo contro di voi un disegno.
Si converta ora ciascuno di voi dalla sua malvagità,
cambiate le vostre vie e le vostre azioni!"
 Ma costoro dicono: "È inutile;
noi vogliamo camminare seguendo i nostri pensieri,
vogliamo agire ciascuno seguendo la caparbietà del nostro cuore malvagio"».
 Perciò, così parla il SIGNORE:
«Chiedete dunque fra le nazioni
chi ha udito tali cose!
La vergine d'Israele ha fatto una cosa orribile, enorme.
 La neve del Libano scompare mai dalle rocce che dominano la campagna?
O le acque che vengono di lontano, fresche, correnti, si asciugano mai?
 Eppure il mio popolo mi ha dimenticato, offre profumi agli idoli vani;
lo hanno fatto inciampare nelle sue vie, che erano i sentieri antichi,
per seguire sentieri laterali, una via non appianata,
 e per far così del loro paese una desolazione, un oggetto di continuo scherno;
talché tutti quelli che vi passano rimangono stupiti e scuotono il capo.

(Geremia 18. 1-16 ; Ab 3.1-4)