IL BALSAMO DI GALAAD - 02/07/2013

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 “C’è ancora balsamo… su Galaad”

                                                            (Geremia 8.22 e 46.11)

 

Le strade continuano agitate. La spazzatura sui marciapiedi e i relitti dei manifestanti…

Tristezza sui volti della polizia. E i segni del sangue dei feriti.

E la “Figlia del mio  popolo” conta i suoi morti.

Pesa il silenzio sulla mia città. L’aria si è fermata. Le foglie degli alberi non si agitano e i passeri si rifiutano di volare. Le bianche colombe non tubano più…

Oggi, il sole è sorto tremante, coperto da un’ombra scura rossastra.

-Cosa hanno fatto al mio popolo? (Geremia 11.1).

“Vidi”, allora, Nehemia tra le rovine di Gerusalemme, il resto delle mura e quello che restava dell’ira del "nemico”. I cancelli erano stati consumati, le viti distrutte. Ma l’impressione era così viva che ancora sembrava esalare fumo, odore di cose bruciate e l’ardore che faceva lacrimare gli occhi…

Le mura decadute. I giovani fatti prigionieri. Solamente alcuni vecchietti fuggirono all’olocausto (Nehemia 1.3). E nessun funerale per i caduti in battaglia.

Come udii queste parole, mi posi a sedere e piansi; quindi feci cordoglio per vari giorni, e digiunai e pregai davanti al DIO del cielo. E dissi: «Ti supplico, o Eterno, DIO del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e la misericordia con quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, siano le tue orecchie attente e i tuoi occhi aperti, per ascoltare la preghiera del tuo servo, che rivolgo ora a te giorno e notte per i figli d'Israele, tuoi servi, confessando i peccati dei figli d'Israele, che noi abbiamo commesso contro di te. Sì, io e la casa di mio padre abbiamo peccato.  Ci siamo comportati molto malvagiamente contro di te e non abbiamo osservato i comandamenti, gli statuti e i decreti che tu ordinasti a Mosè, tuo servo. (Nehemia 1.4-7).

Un giorno ci chiamasti costituendoci fari per le nazioni (Isaia 49.6). Molto più dell’eccellenza di coloro che ricostruiscono mura e città, fino alle estremità della Terra.

Sì, all'Eterno appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. (Salmo 24.1). Non importa la nazionalità, l’idioma, la cultura, il colore o le tradizioni del popolo.

Tutto e tutti siamo proprietà del Signore.

I governatori non hanno e non sanno nulla. I regni di questo mondo sono nelle mani del Dio Supremo.

Mentre milioni di persone e popoli si indeboliscono per le strade, con cuore aperto e anima semplice, il nemico progetta trappole…

Ma il Signore Dio vigila: Quando io opero, chi può ostacolarmi?. (Isaia 43.13).

Questa battaglia non è contro carne e sangue, ma è una guerra contro i prìncipi della malvagità nei luoghi celesti (Efesini 6.11). Il Signore combatte per noi.

Improvvisamente Babilonia è caduta, è stata distrutta. Innalzate lamenti su di essa (Geremia 51.8).

Cosa ci aspettiamo qui? Cosa possono fare i “re della Terra”? E cosa cospirano? (Salmo 2.2). Loro non sanno discernere. Sono molto lontani dal Signore.

“Ora dunque, o re, siate savi; accettate la correzione, o giudici della terra” (Salmo 2.10).

Ascoltate questo, o sacerdoti, prestate attenzione voi della casa d'Israele, porgete l'orecchio, o casa del re, perché questo giudizio è contro di voi. Voi infatti siete stati un laccio a Mitspah e una rete tesa sul Tabor  (Osea 5.1).

Arrenditi a Lui totalmente. E riposa.

C’è il balsamo in Galaad. C’è un Grande Medico lì.

Sali (Geremia 46.11).

 

Pr. Reuel Pereira Feitosa

( Il  27/06/2013, dopo la più forte delle manifestazioni in B.Hte-Brasile)

Trad. Valeria Culotta